martedì 10 aprile 2012

Conoscenze in ospedale


Le notti passate in ospedale svegli accanto ad un ammalato sono lunghe da trascorrere e lasciano tempo per pensare, ma anche per interagire con le altre persone nella stanza…
Ho avuto occasione di conoscere quest'uomo di origini siciliane la cui vita sembra tratta pari pari da un'opera drammatica, non solo ha perso presto i genitori, ma prurtroppo ha subito sia il lutto della moglie morta suicida che del figlio tossicodipendente disperso in mare. In più ha avuto molti problemi di salute sia fisici che mentali ed è stato internato per ben due volte in strutture psichiatriche...
Con i figli che gli sono rimasti non ha più grandi rapporti, infatti nei giorni che sono stato lì non mi è mai capotato di vederli, neanche quel minimo indispensabile per portare lui se non conforto almeno generi di necessità come bottiglie d'acqua o cambi di indumenti...
Insomma un uomo solo che passa il tempo bevendo caffè, più di 15 al giono, e fumando sigarette, quasi tre pacchetti al girno, per cercare di lenire il proprio senso di solitudine ed annebbiare almeno un pò la lucidità, poca, che gli resta...

Conoscere questa persona, oltre un grande senso di tistezza per la condizione in cui si trova, mi ha anche aiutato ad avere una prospettiva più lucida sul momento difficile che sta passando la mia famiglia in questo momento ed anche un forte senso di gratitudine verso la vita per tutto ciò che sono e che ho...


6 commenti:

  1. che buffo che tu dica questo... ho espresso lo stesso concetto anch'io oggi, anche se con parole diverse ^__^

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  2. Un bellissimo post! Non dimenticare mai quello che hai e quello che seì, perché sono proprio queste le forze di cui abbiamo bisogno per non perderci. Un saluto al papà.

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  3. La solitudine degli altri ci mette sempre in discussione. Grazie per condividere queste tue giornate faticose con noi.

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  4. Talvolta la solitudine e la sofferenza altrui ci aiutano a relativizzare la nostra solitudine e la nostra sofferenza e ci inducono a pensare che noi siamo un po' meno sfortunati. Spero che tuo padre si riprenda. Auguri.

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  5. mancavo da un po' dal tuo blog, mi spiace leggere di tuo padre, spero che si possa rimettere in forze al più presto...un abbraccio

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  6. In un posto che nessuno potrebbe mai immaginare, come l'ospedale, si possono conoscere storie di spessore come questa. Io avendo fatto, e dovendo fare tra poco mesi e mesi di tirocinio in ospedale posso testimoniarti che di storie come questa purtoppo ce ne sono molte. Ovviamente non sono tutte cosi negative. Mi viene in mente la storia d'amore che mi raccontò una signoria in neurologia: di origini cubane, conobbe un uomo italiano, a cuba per lavoro, e se ne innamorò. Lui lasciò il lavoro e restò a vivere con lei là.Poi tornarono in Italia e dopo pochi anni lui morì. Ma la raccontava con una luce negli occhi bellissima.Era ancora innamorata,si vedeva chiaramente, e questo trovo sia una cosa meravigliosa.

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