Sapete che spesso mi piace proporre film un po’ datati perché
trovo interessante scavare fra le origini del cinema glbt… stavolta però
perdonatemi, ma sono andato leggermente oltre, vi propongo infatti “Diverso
dagli altri” quello che a tutti gli effetti possiamo considerare il primo film a
trattare esplicitamente il tema dell’omosessualità.
La pellicola è tedesca, risale al 1919 ed è un film muto in
bianco e nero. Originariamente il film durava all’incirca 90 minuti, ma nella
sua durata originaria è riuscito a giungere solo fino all’arrivo dell’era nazista,
quando è stato censurato pesantemente e sostanzialmente portandolo in pratica
ai 48 minuti con cui è arrivato solo fortuitamente fino ad oggi.
Si tratta di un film sull'essere gay, sull'omofobia e la
repressione causata dal paragrafo 175 del codice penale tedesco.
La trama è esile, ma in un film così amputato non potrebbe
essere diversamente: il noto violinista Körner diventa maestro Kurt, grande
appassionato della sua arte, ma durante le lezioni sboccia tra i due qualcosa
in più di un sentimento tra maestro ed allievo. La coppia è però ostacolata
dalle rispettive famiglie, dai conoscenti, nonché da tutte le istituzioni
repressive della società...
Consiglio vivamente a tutti di vederlo, sia perché è
(nonostante abbia quasi cent’anni) piacevole da seguire e tutto sommato
attuale, ma anche perché rappresenta un vero e proprio documento storico per la comunità
glbt…
Il film per intero (o perlomeno quello che la storia ne ha
lasciato) lo potete vedere da QUI.
però, facciamo dell'archeologia! X°D
RispondiEliminascherzi a parte, penso che sia senz'altro da vedere, peccato solo che l'abbiano massacrato di tagli.
Si purtroppo l'idea originale era quella di distruggerlo completamente... fortunatamente se ne è salvata una copia (almeno in larga parte) che è stata poi ritrovata, restaurata e rimontata alla fine degli anni settanta nella versione che ho proposto... sarebbestata meglio l'originale, ma meglio di niente...
Eliminawow che consiglio alto che hai proposto oggi... bravo ^_^
RispondiEliminaOgni tanto ci vuole... perchè anche questo è un piccolo pezzetto di storia ^_^
EliminaIl periodo più interessante della cinematografia Tedesca:l'espressionismo alla Murnau e di tanti altri registi.La Repubblica di Weimar ben rappresentata in film come Cabaret e Christopher and his kind ,ovvio edulcorati da Hollywood! Nel Tigergarten a Berlino, si "batte" ancora(piccola nota personale)
RispondiEliminaDecisamete siamo in un periodo molto vivo specie in germania... poi con gli ultimi scmpoli della belle époque che si fanno ancora sentire... certo deve essere stato un periodo molto libero considerando il l'epoca...
Eliminacredo sia sintomatico il fatto che la prima pellicola a sfondo gay sia tedesca e non italiana. Buongiorno
RispondiEliminaBeh in effetti le condizioni socioculturali erano diverse tra l'italia e la germania, tuttavia nemmeno da noi a quell'epoca erano tanto male... è con il tempo che ci siamo rovinati...
EliminaInteressantissimi i tuoi post "cinematografici" :) Complimenti!
RispondiEliminaMi permetto però, di far notare che forse la prima pellicola con un personaggio dichiaratamente gay fu "Vingarne" di poco antecedente (1916) e diretto da un regista notoriamente omosessuale, Mauritz Stiller, per intenderci colui che lanciò la "divina" Greta Garbo. Il cinema muto, anche Hollywoodiano, era molto coraggioso anche nella rappresentazione della nudità, sia femminile che maschile (Gary Cooper era già una star, quando si mostrò nudo in The wolf song, 1929). L'omosessualità era discretamente presente, con le figure delle "sissy", oggi diremmo checche, rassicuranti e divertenti, ma cmq connotate positivamente (Algie the Miner, 1912, Charlot il macchinista, 1916, alcuni esempi). Persino nel primo film premiato con l'Oscar, Ali (1927), ci sono esplicite scene di affettività tra due uomini.
Anche nei primi film parlati fu mantenuta una certa libertà di costume: basti pensare alla Dietrich di Marocco (1930) con il celeberrimo primo bacio gay della storia del celluloide, o alla Garbo de "La regina Cristina"(1933). Ancora una volta le donne, comprese le grandissime dive, si rivelano coraggiose ad accettare ruoli quantomeno "scomodi". Quando il Codice Hays colpì come una scure l'intera cinematografia americana, impedì di fatto qualsiasi rappresentazione esplicita di omosessualità, che veniva trattata al pari delle perversioni e della prostituzione. L'unico modo di introdurre personaggi gay era di alludere lontanamente al loro orientamento e connotarli cmq e sempre negativamente. Basti pensare alla Sig.ra Danvers in "Rebecca" (1940), ai due assassini di "Nodo alla gola" (1948), al personaggio interpretato da Sal Mineo in "Gioventù bruciata" (1955) o a quella interpretata da Mercedes McCambridge in "Johnny Guitar" (1954). E gli esempi potrebbero continuare, anche in generi considerati appannaggio del maschio virile, come il western o il peplum (Fiume rosso, Furia selvaggia, Ho ucciso Jesse il bandito nel primo caso o Ben-Hur e Spartacus nel secondo). Più espliciti, anche se cmq ancora negativamente connotati, sono i casi di "La gatta sul tetto che scotta" (1958) in cui è chiaro che il personaggio interpretato da Paul Newman non è innamorato di Elizabeth Taylor - impossibile non esserlo, se fosse stato etero ;)- o nel più cruento "Improvvisamente l'estate scorsa" (1959) ancora con la Taylor, in cui il personaggio di Sebastian non viene mai inquadrato per intero e fa veramente una bruttissima fine. Le cose iniziano a cambiare nei Sixties, con la prima pellicola che, anche se ancora timidamente, sembra quasi voler parteggiare per l'eroe omo: parlo di "Victim" (1961) con uno straordinario e coraggiosissimo Dirk Bogarde. Non è un caso che il film sia una produzione britannica e non americana. Ma anche i cugini americani seguiranno a ruota lanciando il drammaticissimo e divinamente recitato "Quelle due" (1962) con due star di prima grandezza come Shirley MacLaine e Audrey Hepburn. I tempi stavano cambiando anche per Hollywood. Da segnalare anche un semi-capolavoro di John Huston, "Riflessi in un occhio d'oro" (1967), ennesima partecipazione della Taylor (mica casualmente era un'icona gay,eh!) con un bellissimo e bravissimo Marlon Brando nei panni di un maggiore militare innamorato di un semplice soldato. Non mancheranno ancora le pellicole in cui gli omosessuali, ora apertamente riconosciuti, continuavano ad essere oggetto di derisione, scherno, vergogna. Ma le cose stanno cambiando ad Hollywood, anche perchè la rivoluzione sessuale del '68 è alle porte.
Concludo facendo un breve cenno al cinema italiano, che invece, sembra del tutto disinteressato all'argomento. Del resto, si sa, in Italia sono tutti machi. E i gay non esistono :)
RispondiEliminaL'unica (piacevole) eccezione è rappresentata dal maestro Luchino Visconti. Il cinema di Visconti è sontuoso, regale, scenograficamente perfetto al limite del manierismo. Non a tutti piace. Ma negare la sua importanza nella rappresentazione dell'omosessualità significa fare un torto ad uno dei più grandi rappresentanti della settima arte. Certo, anche Visconti deve sottostare alle rigide regole della censura e non si tirerà indietro quando ci sarà da connotare negativamente personaggi omosessuali. Esempi sono Lo spagnolo di Ossessione (1943), autentico capolavoro e antesignano del cinema neorealista, o l'allenatore di box di Simone in "Rocco e i suoi fratelli" (1960), prima di arrivare alla -sublime, per me- trilogia tedesca con "La caduta degli dei" (1969)(ancora omosessualità vista negativamente, anche se qui è la sessualità tutta ad essere mezzo di rappresentazione di decadenza e declino), Morte a Venezia (1971)e soprattutto Ludwig(1972), sul famoso sovrano bavarese omosessuale.
Mi scuso infinitamente per essermi dilungato eccessivamente ed essermi lasciato prendere la mano, ma il cinema è una mia grande passione e non ho resistito alla tentazione di fare un excursus. Spero che il risultato sia interessante e che avvinca anche solo la metà di quanto il cinema e le sue storie avvincano e appassionino me.
Saluti e ancora complimenti per il blog! :)
Caro Nick innanzitutto grazie... grazie dell’interessantissimo e approfondito commento che hai lasciato… devo ammettere che pur appassionandomi molto al cinema, di storia cinematografica ne so davvero poco ed aver avuto l’occasione di approfondire un po’ certe tematiche grazie al tuo commento mi ha fatto solo piacere :)
EliminaDei tanti titoli che hai citato molti li conosco, ma tanti invece no come lo stesso Vingarne non li ho ancora, quindi la prendo come un’occasione per segnare un po’ di titoli da vedere prossimamente ^_^
PS ma non era proprio in Ali (Wing) il primo bacio fra due persone dello stesso sesso?
http://www.youtube.com/watch?v=U-P4e1jtve0&feature=player_embedded
Bè, si. Tecnicamente sì :)
EliminaAnche se alcuni non lo ritengono un vero bacio sulla bocca :)
Cmq sono lieto che il mio commento ti abbia interessato :)
"Vingarne" è anch'esso stato vittima di tagli e amputazioni varie e oggi è rimasta qualcosa come 30 minuti degli oltre 70 originari. Il protagonista, Nils Ashter, era gay e dopo aver recitato al fianco delle più grandi dive dell'epoca, dalla Garbo alla Crawford, subì un arresto di carriera con l'avvento del sonoro e morì da camionista.
Si mi ha interessato e molto, anche perchè è evidente che ne sai molto sull'alrgomento...
EliminaStavo appunto leggendo qualcosa in più su Vingarne ed il suo protagonista... c'è da dire che poi l'arrivo del sonoro ha stroncato ben più di una carriera...