mercoledì 1 maggio 2013

Parte la prima Tokyo Rainbow Week

Anche oggi continuo a parlare di Giappone… parlando stavolta di manifestazioni glbt, se si mettono insieme i diritti glbt e il Giappone è una notizia che io proprio non posso saltare ^_^ 


È iniziata la scorsa domenica la prima Tokyo Rainbow Week. In passato ci sono stati dei pride a Tokio, ma mai di grandissima rilevanza, stavolta infatti si tratta di una manifestazione a livello nazionale o meglio internazionale visto che un grande ruolo nell’organizzazione della manifestazione ha avuto l’ambasciata olandese di Tokio, ricordiamo infatti che l’Olanda è da sempre un paese in prima linea sui diritti glbt.



Piccola nota di curiosità, per i giapponesi l’omosessualità non è un peccato in quanto nella lingua giapponese non esiste affatto una parola atta ad indicare il peccato, concetto questo invece tipico della mentalità occidentale…

A tale riguardo si può leggere su Wikipedia: L'omosessualità in Giappone […] non è mai stata considerato un peccato da parte della società o della religione locali, ed è stata parzialmente regolamentata attraverso una proibizione legale soltanto per un brevissimo periodo (1873-1880) limitata alla sola sodomia, a causa dall'influenza culturale occidentale. Infatti prima dell'Età moderna in questo paese non vi erano delle leggi che regolassero in alcun modo il comportamento sessuale. Né lo Shintoismo né tanto meno l'interpretazione giapponese del Confucianesimo hanno mai contenuto alcun divieto al riguardo.
Contrariamente a quanto accade in Occidente, in Giappone la sessualità non viene intesa eminentemente in termini di morale, bensì di status e responsabilità sociale. Secondo alcune statistiche, il Giappone sarebbe attualmente il paese con la più alta percentuale di omosessuali (o comunque di persone che hanno avuto un qualche tipo di incontro omosessuale) in Asia.

17 commenti:

  1. OOooooohhh sto Giappone è sempre più sorprendente! :D

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    1. Sante parole... e ti assicuro che visto dal vivo è addirittura scioccante :p

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  2. Interessante il tuo riferimento al peccato...

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  3. e come al solito dall'Occidente hanno preso il meglio :(

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    1. E si... l'occidente (con la o piccola) ha fatto fin troppi danni...

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  4. Ma pensa! Questa proprio non la sapevo (in realtà so proprio niente rispetto al Giappone).
    Ma perchè, senza una concezione del peccato, la pornografia giapponese "sgrana" o "pixella" i dettagli genitali?

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    1. Anche il Giappone ha risentito dell'influenza della mentalità occisentale così all'inizio degli anni '50 è entrato in vigore un codice di autoregolamentazione (la censura in pratica) sulle produzioni artistiche che vieta la rappresentazione dell'atto sessuale esplicito pur rimanendo invece permissiva su tutto (o quasi) il resto... alla fine questo si traduce con il fatto che la rappresentazione esplicita dei genitali è vietata, ma tutto il resto è concesso e ciò vale sia per quello che noi chiamiamo pornografia che per tutto il resto... cioè quello che vedi nei film porno giapponesi lo potresti tranquillamente vedere anche in un telefilm alle 2 del pomeriggio, ovviamente questo nella realtà non succede, ma in teoria non è vietato ^_^

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  5. Una cosa di molto diversa che avevo letto su come i giapponesi vedono l'omosessualità è che per loro esistono comportamenti omosessuali, non persone omosessuali. Con quest'ottica l'omofobia non ha gran senso di esistere, e gli episodi di omosessualità occasionale molto più frequenti che da noi. Solo che non so Dove l'ho letto, a te che sembri esperto ti risulta o ricordo male?

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    1. Più che altro non fanno l’associazione tra comportamento omosessuale e essere omosessuali… cioè il solo fatto di aver avuto un rapporto omosessuale non rende una persona omosessuale… ecco perché un certo numero di persone (soprattutto in età giovanile) si sente meno inibita nello sperimentare delle “sessualità alternative“...

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  6. Ma se il Giappone è così tollerante nei confronti dell'omosessualità, perché non ci sono i matrimoni egualitari e né unioni civili?
    ecco, anch'io come (In)co mi pongo la sua stessa domanda.

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    1. Fin dall’antichità l’omosessualità in Giappone era considerata una condizione normale e in alcuni campi come quello religioso e quello militare, letteralmente traducendo, “onorevole”. E in entrambi gli ambiti le relazioni omosessuali erano normali e alla luce del giorno.
      L’esigenza di leggi sul matrimonio all’epoca non era risentita in quanto il rapporto era esclusivamente tra i due e non riguardava la società, veniva cioè considerato un fatto privato.
      Le cose sono cambiate poi in Età moderna per influenza della mentalità occidentale tanto che si arrivò addirittura a leggi che vietavano la sodomia, leggi che tuttavia ebbero vita solo per alcuni anni perché particolarmente invise…
      Da allora e parlo della metà dell’800 non ci sono state più leggi che riguardassero la sessualità delle persone (eccezion fatta per leggi anti-discriminazione), che veniva e viene considerata un fatto privato.
      Oggi tuttavia le cose cominciano a cambiare e gli omosessuali giapponesi cominciano a pensare di avere la necessita (giustamente a mio avviso) di leggi riguardanti matrimoni e convivenze ecco perché negli ultimi anni cominciano a sorgere associazioni glbt ad ampio respiro e si assiste ai primi gay pride. Lì cioè il problema non è tanto quello della accettazione sociale, ma della regolamentazione giuridica.

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    2. PS detto questo non voglio dire che il Giappone sia un paese ideale... omofobia e discriminazione si possono trovare anche lì, ma è per fortuna un fenomeno poco diffuso.

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    3. Grazie per le tue spiegazioni esaurienti. :)

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  7. Mi piacciono molto queste tue incursione nel mondo giapponese e spero di leggerle spesso per apprenderne sempre più.

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    1. Lieto che ti piacciano... quello giapponese è un mondo che mi ha sempre affascinato sia per storia che per cultura :)

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