L’altro giorno (più che giorno notte in realtà) hanno mandato il tv su Canale 5 L’uomo che ama, splendido e coinvolgente film della Tognazzi che, più che raccontare una storia, racconta le reazioni e la psicologia che c’è dietro alla fine di una storia viste dalla parte dell’uomo nelle doppie vesti di lasciato e di lasciante… comunque questa volta non è tanto sul film che voglio soffermarmi (anche se in ogni caso consiglio a tutti di vederlo perché merita decisamente), quanto su una frase che Marisa Paredes dice a Pierfrancesco Favino riferendosi alla storia che lui aveva avuto con Monica Bellucci…
“Gli uomini appena usciti da una storia lunga sono i più pericolosi: hanno capito che tutto può finire e possono sopravvivere.”…
Questa frase continua a girarmi per la testa fin da quando l’ho sentita… innanzitutto perché credo che tra vivere e sopravvivere ci sia una gran bella differenza, poi perché chi come me è entrato a fare parte della schiera dei trentenni non può, a meno di non avere avuto una botta di culo esagerata, non essere mai uscito da una storia che in un modo o nell’altro l’ha spinto sul limite del precipizio… al contrario della Paredes io penso che è proprio la consapevolezza della sofferenza che una tale condizione provoca (per se e per l’altra persona) a rendere più consapevoli e quindi volendo anche “meno pericolosi”…
Voi che ne pensate a riguardo?
Comunque visto che trovo il film davvero bello vi lascio questo trailer… magari solleticherà anche voi all’idea di vederlo…
PS ma sono solo io che trovo Pierfrancesco Favino incredibilmente sexy??? No dico datemi un uomo così nella vita e non vi ciederò ma più nulla :P
Majin, non sono tutti come te, ci sono anche quelli che si vogliono rivalere sugli altri per la sofferenza subita. è un atteggiamento che non condivido, ma che pare sia abbastanza diffuso. riguardo a me, io nasco ingenua, e tipicamente le persone ingenue quando vengono ferite e poste davanti alla cruda realtà, innalzano corazze talmente spesse che loro stesse in seguito faticano a incrinare.
RispondiEliminaIo credo che dopo una storia lunga finita molti uomini vivano un momento o di eccessiva riflessione\semi-depressione oppure (mi si perdoni il termine) un periodo di folle troieggio!
RispondiEliminaOvviamente queste sono posizioni estreme ma credo che con le dovute sfumature sia così..almeno per me!
Ps. Favino gnocco super :p
Mamma mia CAROLINA non sai su questo quanto siamo simili... io ho costruito corazze praticamente impenetrabili alcune delle quali alla fine non ho più avuto la forza di abbattere anche rendendomi perfettamente conto che non erano (sono) d'aiuto, ma al contario un feno alla mia vita e alla mia voglia di star bene ed essere felice con un'alta persona... se conosci una buona impresa di demolizioni famme sapere, ne ho una grande necessiotà...
RispondiEliminaÈ la prima volta che posto su questo blog, spero che la visita ed il commento non siano sgraditi.
RispondiEliminaIo credo che, ovviamente, la questione non riguardi solo gli uomini, e non solo quelli etero, del resto. Piuttosto, la riflessione che io ne caverei è un'altra. E cioè, che queste fughe, per quanto difficili e sofferte, hanno reso al giorno d'oggi i rapporti molto più blandi e fragili. Si spezzano in modo veloce e banale, spesso per futili motivi, e la peggior cosa è che questi soggetti poi si mettono in bocca parole altisonanti per apparire le vittime della situazione. È anche questo uno dei drammi della società - specie quella italiana - in cui viviamo e di sicuro non ne usciremo, fin quando non capiamo che, se nel nostro piccolo non cominciamo ad impegnarci anziché solo chiedere, le cose, globalmente, non miglioreranno mai.
Mi scuso per il commento oggettivamente troppo lungo, buona giornata. Spero di rileggerti presto.
Giancarlo
Beh si RUSSEL in effetti capisco quello che vuoi dire, davanti ad un cambiamento radicale vien fuori una reazione radicale... io sono di quelli che varso la riflessione/depressione, un pò come rispondevo prima a Carolina finisco per crearmi difese che poi alla fine mi isolano e mi portano ad essere molto (troppo) cauto per il futuro...
RispondiEliminaCiao GIANCARLO, da queste parti è sempre un piacere leggere qualcuno di nuovo... ogni idea o opinione per me sempre un arricchimento, quindi ben venuto :)
RispondiEliminaLeggendo la tua riflessione mi viene da pensare che è vero i rapporti oggi sono fragili, ma non solo perchè manca l'impegno, ma anche perchè la gente non sa bene ciò che vuole o ciò che cerca e si tuffa in una relazione lasciandosi trasportare alla deriva senza avere alcun riferimento, pretendendo e spesso non dando (almeno non tanto quanto pretendono)... ma la cosa peggiore è che non si rendono conto che una storia non è fatta solo di bei momenti, ma anche di ombre... ombre che vanno affrontate insieme e superate per crescere insieme e per far crescere il rapporto che si ha...
Sono perfettamente d'accordo, ci mancherebbe altro. La mia riflessione, però, andava un po' oltre. Al giorno d'oggi, prescindendo dalle "classificazioni" gay-etero, amicizia-amore, si tende troppo a pretendere negli altri, senza però poter/saper/voler ricambiare. Voglio dire: i rapporti, per essere davvero costruttivi, maturi e soddisfacenti, devono essere a doppio senso, cioè due persone che sostanzialmente sono sullo stesso livello e che, non solo vogliono le stesse cose, ma sanno anche come gestire "la quotidianità", quella cosa tanto agognata ma che, poi, in fin dei conti più spaventa. E questo include anche la tua riflessione sui "momenti di ombra" che, in teoria, dovrebbero RAFFORZARE un'amicizia o una relazione, anziché distruggerla. Ma, per molti, è più facile fuggire e lasciarsi scivolare tutto di dosso, piuttosto che lottare per ottenere un risultato. Insieme, poi.
RispondiEliminaGiancarlo
IO ANCORA NON SONO RIUSCITO A VEDERLO.. MI ISPIRA TANTO MA OGNI VOLTA CHE LO DANNO O IN PAY TV O IN FREE STA DI FATTO CHE ME LO PERDO... MA NON DEMORDO E DOPO QUELLO CHE HAI SCRITTO TU, HO ANCORA PIù VOGLIA ^_^
RispondiEliminaSai GIANCARLO leggendo quello che hai scritto (su cui sono daccordissimo) mi sono reso conto che se lo chiedi a chiunque ti dirà che è giusto che sia così se si vuole un rapporto vero con qualcuno, ma poi quando vai ai fatti la maggior parte delle persone si rivela "egoista" portando avati le proprie esigenze e ignorando quelle degli altri... trovare un rapporto così è davvero una cosa rara... più di una volta io stesso mi sono accorto di essere caduto in questo sbaglio e non sempre è stato possibile rimediare...
RispondiEliminaPS dimenticavo io mi chiamo Salvatore :)
Te lo consiglio davvero FRANCESCO, poi conoscendoti un pochino sono certo che non può non piacerti...
RispondiEliminasto frequentando un ragazzo che è uscito da una lunga storia. Non so se le cose siano paragonabili, ma a sentirlo ora lui è prevenuto e diffidente verso tutti. Non so se questo suo comportamento sia una sorta di tentativo di sopravvivere...io penso di si, perchè così facendo non gode appieno delle bellezze della vita. Credo che si possa sopravvivere, ma non per lungo tempo...
RispondiEliminaPS FRANCESCO da un occhiata a questo blog :) ... http://thander-easton.blogspot.com
RispondiEliminaAnzitutto, piacere di conoscerti Salvatore.
RispondiEliminaVoglio dirti questo: un noto detto dice che "siamo tutti santi ed assassini". Tutti abbiamo delle colpe e tutti abbiamo subito dei torti: è la Vita che funziona così. Ciò che è capitato a te non mi è, decisamente, sconosciuto. Nel "nostro" ambiente, ormai, abbiamo capito troppo bene come vanno certe cose. Di questo potremmo parlarne in privato, e potremmo stare a parlarne per giorni, non trovi? Eppure, quel che io mi sono sempre chiesto è COSA costi ammettere di aver sbagliato, per poi chiedere scusa, in maniera semplice, onesta e sentita. Si eviterebbero un sacco di problemi e questo mondo sarebbe decisamente migliore. Non è detto che, di fronte ad uno sbaglio, si debba necessariamente rompere: le soluzioni drastiche non sono (quasi) mai quelle auspicabili; e, allora, perché non parlarne? In passato, anche quando ero palesemente io a "subire il torto", ho messo da parte l'orgoglio ed ho cercato di intavolare un dialogo per spronare l'altro a dirmi cosa lo ha spinto ad agire in un determinato modo. Ad un certo punto, però, ti rendi anche conto che se l'altro si crogiola troppo nell'autocommiserazione e non sa agire, specie dove dovrebbe, non ha senso corrergli sempre dietro. È anche una questione di dignità personale, nonché di giustizia. Ecco perché i rapporti (quando nascono...), poi si sfaldano: belle parole, pochi (e cattivi) fatti, come dici tu. Sono, però, anche consapevole che, benché il "livello medio" sia quello che è, non è detto che nella Vita incapperemo solo in simili soggetti. Sono, ormai, anni che mi sono chiuso in un eremo ed in un esilio che, ad esame di coscienza fatto, so di non meritare poi così tanto. Ho sbagliato in passato, lo ammetto senza problemi, ma ora ho pagato lo scotto. E da come parli, so che mi capisci se ti dico che è DIFFICILISSIMO rimettere il naso fuori la porta e fare capolino nella Vita, ma poco alla volta devo farlo. Quella che da troppi anni conduco non è Vita, è solo un'esistenza che troppo spesso mi imprigiona e non ha il diritto di farlo. Concludo questo papiello osservando solo una cosa: dobbiamo imparare ad aiutarci, perché troppo spesso siamo noi stessi il nostro maggiore ostacolo, che ci impedisce di raggiungere gli scopi principali della Vita. È bello quando qualcuno ci tende una mano per aiutarci, ma non dobbiamo aspettarci che sia sempre così: dobbiamo combattere in prima persona, per noi stessi.
Giancarlo
Beh AMOON non posso che comprendere questa persona, in fondo se si resta scottati non è semplice fidarsi nuovamente… in fondo quando qualcuno di cui ci fidavamo ci ha ferito (per suo colpa o meno che sia) dare lo stesso “potere” ad un'altra persona non è una cosa semplice, anzi credo richieda molto tempo e molta “convinzione”…
RispondiEliminaCaspita GIANCARLO la stragrande maggioranza delle cose che hai scritto le avrei potute scrivere tranquillamente io stesso e molte effettivamente in questi 5 anni da blogger le ho effettivamente scritte…
RispondiEliminaL’ultima parte poi mi sembra il riassunto spiccicato della mia vita… figurati che più o meno un mesetto fa parlando con un mio amico mi ha detto che secondo lui ho la sindrome da “Se scappi ti sposo” (hai presente il film?)… per lui avendo avuto io la mia quota di sofferenze sentimentali mi sarei chiuso all’amore, non mi apro e non mi lascio portare dai sentimenti finendo per mettere la mia fin troppa razionalità davanti a tutto con la conclusione di restare fermo immobile nella mia posizione…
PS In particolare prendo la tua conclusione come un consiglio che accetto molto volentieri visto che è una constatazione che io stesso sto facendo da tempo… da queste parti si dice “aiutati che Dio t’aiuta”… insomma se non siamo noi stessi i primi a muoverci e fare qualcosa le cose non cambieranno da sole…
Conosco bene, eccome.
RispondiEliminaPs: le tue parti sono anche le mie parti, più o meno ;)
Giancarlo
Ps2: è un consiglio che non do solo a te, è proprio una riflessione che dovremmo fare tutti per vivere meglio. Una sorta di filosofia di vita, ecco.
RispondiEliminaGiancarlo
Ma dai GIANCARLO un napoletano (più o meno) sul mio blog??? Questo non sai qunato mi fa contento... sarestiti primo, a parte me :p
RispondiEliminaGrazie per il consiglio sul film, che dovrò sicuramente vedere. (P.S. Concordo sul tuo commento a Favino!)
RispondiEliminaMi chiedo: perchè è pericoloso scoprire che si può sopravvivere a una relazione finita?
Questa sopravvivenza (per fortuna si sopravvive) ci permette di non azzerarci. Però rischia anche di banalizzare il futuro, il proprio vissuto emotivo ("nessun dolore mi sfinirà perchè so che si sopravvive").
Ma quando di nuovo scatta la scintilla non ci si sente inebriati? Non si sente di nuovo il bisogno di giocarsi in toto?
Ho capito che non si può capire il cuore.
La vita lo intorpidisce si, ma finchè batte... c'è speranza. Si sopravvive alle ferite, ma spero, voglio, che si sopravviva anche alla paura di "sentire".
E' un commento confuso, questo periodo va così, I'm sorry.
Sai (IN)CONSAPEVOLE credo che la questione sia proprio che dopo certi eventi la scintilla tende a scattare con molta difficoltà... un pò come se si volesse dar fuoco a della legna bagnata...
RispondiEliminaPS io ci ho rinunciato a capire il cuore... certe cose non le capirò mai, per fortuna che continua a battere, magari anche se un pò acciaccato...