Torna un’altra volta l’associazione tra le reti pubbliche
nazionali e la censura contro l’omosessualità…
Esiste uno spot di comunicazione sociale contro l'omofobia prodotto dal Dipartimento per le Pari Opportunità con il seguente scopo: "La paura del diverso spesso diventa
un automatismo che produce atteggiamenti difensivi che sfociano nella
discriminazione. La Campagna, senza retorica, mette in scena normali caratteri
connotativi, primi piani di persone autodefinite da un tratto specifico -
mancina, rosso di capelli, alto, omosessuale, intonata - unite da
un’affermazione sostanziale: 'E non c’è niente da dire'”.Lo spot è questo:
A voi sembra scioccante o inadatto ad un publico di minori o
capace di sconvolgere la sensibilità di qualcuno?
A quanto pare per qualche dirigente rai si. La grande pietra dello scandalo che ha impedito la trasmissione di questo spot sulle reti pubbiche (qelle per cui tutti noi paghiamo il canone...) parrebbero essere le parole Gay e Lesbica... evidentemente considerate inopportune per la trasmissione sulle reti pubbliche...
Il punto, se qualche dirigente rai non l'avesse capito, è che queste parole non devono essere considerate come un attributo negativo, ma la definizione di una semplice caratteristica al pari dell'altezza del colore dei capelli, dell'intonazione o altro...
Il fatto che la Rai non può passarlo perché nel video non c'è né una suora né un prete...
RispondiEliminaEcco una delle categorie che accompagnava il gay o la lesbia poteva eesere un prete o una suora... così si faceva contenti tutti hahahaha
EliminaEsatto, che pure l'esser preti e suore è una diversità
EliminaE già... in effetti a modo suo anche il clero è una forma di "diversità"... ma in fondo siamo tutti diversi l'uno dall'altro...
EliminaBeh ma...
RispondiEliminaio dove ero quando è stato dato l'ok per questo???
Ma guarda su ceri argomenti fanno tutto in segreto, manco si trattasse dei cosici di lanco delle testate nucleari...
Elimina